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Quando il Giudice prescrive un percorso di supporto alla genitorialità.

La genitorialità è una funzione molto complessa che coinvolge aspetti individuali, di coppia e razionali ed implica, inoltre, una capacità del genitore di ristrutturare il proprio stile educativo in modo dinamico ed evolutivo in base alla crescita dei figli.

Percorso, questo, tutt’altro che semplice, ancor più quando ci si trova ad affrontare eventi traumaticie non prevedibili (separazioni, divorzi, diagnosi, comportamenti problematici nei figli, ecc.) che mettono a dura prova la capacità genitoriale.

Non è facile gestire il conflitto che nasce dalla separazione in modo collaborativo dovendo ,innanzitutto, riconoscere ed elaborare il “fallimento” del proprio legame di coppia; al contempo, sul piano genitoriale, è necessario che gli ex coniugi/partner continuino a svolgere il proprio ruolo di padre e di madre, riconoscendosi come tali ed instaurando tra loro un rapporto di cooperazione per tutti gli aspetti che riguardano l’esercizio della genitorialità.

La conflittualità che molto spesso accompagna le separazioni, invece, rende i genitori ciechi davanti ai reali bisogni affettivi dei propri figli e, spesso, consapevolmente o inconsapevolmente, affrontano il fallimento del rapporto di coppia, contendendosi e coinvolgendo i bambini.

La separazione dei genitori, infatti, rappresenta per i figli un momento di estrema criticità poiché comporta un’inevitabile trasformazione del rapporto con le principali figure di riferimento e una nuova riorganizzazione delle immagini genitoriali in virtù di differenti dinamiche relazionali: le conseguenze più distruttive non sono rappresentate dall’evento della separazione in sé poiché, come molti studi hanno potuto dimostrare, se i figli ricevono adeguato supporto e rassicurazione sono assolutamente in grado di tornare ad un normale modello di sviluppo.

Quando i genitori separati/divorziati/divisi sono in grado di collaborare fra loro, mantenendoun ruolo genitoriale congiunto, l’adattamento dei figli alla nuova situazione risultanotevolmente facilitata.

Due fattori, infatti, sono decisivi nell’adattamento di un figlio alla separazione dei suoi genitori: un contatto continuo e positivo con il genitore non collocatario ed una solida e serena comunicazione tra il figlio ed entrambi i genitori; i conflitti continui tra genitori, invece, sono un indicatore affidabiledell’aumento di problemi psicologici di comportamento, sintomi somatici e psico-somatici, basso rendimento scolastico e scarsa autostima.

Il perdurare del conflitto, e l’elevata tensione che ne consegue, rappresenta la principale causa distress non solo per la coppia ma, anche e soprattutto, per i figli sistematicamente coinvolti in dinamiche dolorose e traumatizzanti.

Di fronte a condotte genitoriali (denunce penali prive di fondamento, comportamenti che impedisconol’accesso all’altro genitore, ecc.) che possono incidere sull’evoluzione fisico-psichica dei minori, vittime ed ostaggi di genitori incapaci di adempiere in modo matura e consapevole al proprio ruolo genitoriale, il Giudice ha il potere di prescrivere, laddove necessario, un percorso disostegnoallagenitorialitàaqueigenitori“altamenteconflittuali”(cfr.TribunalediMilanodel 15 luglio 2015 (Pres. Servetti , Rel. Rosa Muscio); Tribunale di Roma del 13 novembre 2015 (Pres.Mangano, Rel. Galterio); Tribunale di Milano dell’11 marzo 2017 (Pres. Amato, Rel. Buffone).

L’eventuale prescrizione ai genitori di un percorso terapeutico (presso una struttura pubblica ooperatori privati) consentirebbe, infatti, un recupero della propria dimensione genitoriale; una mancata adesione ad un percorso di supporto della genitorialità comporterebbe, di contro, un sicuro aggravio del pregiudizio in cui già versano i figli minori che potrebbe divenire irreversibile.

Spesso, infatti, nelle loro relazioni, i Servizi Sociali rilevano l’impossibilità di attuare un’effettivatutela dei minori, quando il problema è determinato dalle condotte dei genitori e dalla loro incidenza negativa sui figli.

Il Giudice, pertanto, in caso di mancata attivazione del percorso di sostegno alla genitorialità e del persistere di condotte che pongono i figli al centro del conflitto o, comunque, che impediscono l’accesso all’altro genitore potrà valutare tali comportamenti ai fini della capacità genitoriale.

1 luglio 2019

Avv. Carolina Akie Colleoni

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