Lo spazio neutro viene spesso erroneamente inteso come una costrizione, una forzatura o un luogo dove una persona estranea “intrude” nella relazione genitore-figlio.
In realtà è importante pensare allo spazio neutro come ad un luogo di “cura” della relazione. Esattamente come accade dopo un’operazione chirurgica dove il paziente ha bisogno di un periodo di convalescenza e di visite di controllo per verificare che le eventuali ferite si stiano rimarginando in modo sano, anche la relazione genitori-figli, dopo l’intervento dell’autorità giudiziaria, ha la necessità di un luogo ed uno spazio affinché conflitti, distorsioni emotive personali o relazionali, mancanza di educazione alla relazione accudente o carenze significative alle competenze genitoriali non siano più così condizionanti ed “infettive”.
Lo spazio neutro ha la finalità di proteggere oltre che gli attori della relazione, soprattutto la relazione stessa; offre la possibilità di sperimentare alternative relazionali che altrimenti non potrebbero essere vissute.
Un luogo di “cura” e protezione pensato per una delle relazioni più importanti che un essere umano può sperimentare nella sua esistenza, importante perché costituisce e condiziona l’essere umano nelle sue fondamenta.
Lo spazio neutro ha inoltre la finalità di favorire la ricostruzione della relazione, genitori-figli, aiutando a trovare nuove strategie di comunicazione, nuove modalità di modulare l’emotività, nuovi limiti alle proprie personali esigenze e nuovi tempi per empatizzare e pensare alle necessità affettive altrui oltre che alle proprie.
Lo spazio neutro ha in fine l’obiettivo di lavorare sulle risorse reali degli attori coinvolti, favorendo la ricostruzione di relazioni più autentiche e significative. Questo significa avere la possibilità di essere aiutati a comprendere i limiti della precedente relazione ed acquisire, invece, nuove competenze. L’operatore, che può essere solo persona formata e competente, ha il delicato compito di modulare, mediare, favorire ed aiutare a far “rimarginare” le vecchie ferite relazionali e a favorire il ripristino delle “funzioni d’organo” della relazione tra un figlio ed il proprio genitore.
PSICOLOGA/PSICOTERAPUETA