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Bigenitorialità: il figlio come progetto a due anche se non si va più in accordo.

Ai nostri giorni, il più delle volte, la nascita di un figlio non è un evento fortuito o casuale, ma è frutto di un progetto, di un pensiero, di un desiderio che nasce dall’amore e dall’unione di due persone. Questo rende i nostri figli, dei figli molto amati e desiderati.

A volte però la coppia entra in una crisi irrecuperabile, l’amore finisce, i contrasti sono troppi e troppo accesi e la famiglia è costretta a dividersi, a non vivere più tutta sotto lo stesso tetto. E’ una scelta fatta dagli adulti, che ricade sui bambini ed è un grande dolore per tutti.

Spesso nel nostro studio vediamo famiglie “separate” e ascoltiamo il dolore e spesso la rabbia che da questo trauma possono sortire, ma c’è sempre una speranza e un  lieto fine quando gli adulti si allontanano dai loro rancori e rivendicazioni di coppia e si alleano per essere, o tornare ad essere, nonostante i conflitti e i dissapori, una buona coppia di genitori. Purtroppo poi capita invece che presi dai loro disaccordi di coppia, dalla rabbia, dalla fatica emotiva del conflitto, mettano in secondo piano, di solito inconsapevolmente, i bisogni dei propri figli. Addirittura a volte i bambini vengono “usati” contro l’ex coniuge per ferirlo oppure per ricattarlo. Questo atteggiamento è deleterio per i più piccoli. Noi cerchiamo di aiutare i genitori in difficoltà a riacquistare le proprie risorse come padri e madri, nell’interesse dei figli.

Un figlio ha bisogno di entrambi i genitori, con le loro funzioni e ruoli complementari. Non importa se non vanno più d’accordo. E’ un diritto del bambino godere di entrambe le figure, potere costruire con tutti e due un rapporto solido e continuativo, fatto di esperienze condivise e quotidianità. Infatti è il figlio di due cuori e di questi due cuori deve sentire la vicinanza e il calore. Il progetto di genitori non muore e non deve morire con la fine di un matrimonio, si continua ad essere genitori, poiché questo è un vincolo indissolubile.

Come ha scritto il nostro legale, la messa in pratica della bigenitorialità necessita di molti distinguo e non sempre è praticabile, poiché in ultima analisi bisogna sempre mettere al centro i bisogni del bimbo, che come dicevo anch’ io in un mio precedente articolo, non è un oggetto, ma un essere senziente che non bisogna mai tralasciare di ascoltare (rimando al mio articolo “bigenitorialità perfetta, è la scelta migliore per i figli?” per chi volesse approfondire).

La conflittualità fra gli ex coniugi ha bisogno di far spazio al ricordo di quando hanno scelto di diventare genitori, per recuperare questo ruolo, e su questo tornare ad essere alleati, cooperativi, solidali. Si smette di essere marito e moglie ma non si smette di essere una mamma e un papà.

PSICOLOGA/PSICOTERAPEUTA

DR.SSA VALENTINA BENVENUTI 

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