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MINDFUL EATING

Siamo abituati a sentirci dire COSA mangiare e cosa no,    la mindfulness ci insegna COME mangiare.

La mindfulness è un protocollo clinico messo a punto da Jon Kabat Zinn presso l’Università del Massachusetts alla fine degli anni 70 e validato attraverso anni di ricerca e pratica clinica.

“Porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, al momento presente, in modo non giudicante, non critico e di accettazione” (Jon Kabat-Zinn, 2003).

È un insieme di pratiche, finalizzate al recupero della presenza mentale, che è la capacità di vivere con consapevolezza il momento presente, ancorandosi ai propri vissuti psico-corporei, in una dimensione di accettazione non giudicante. L’aspetto della pratica è molto importante, perché la dimensione esperienziale è fondamentale per sviluppare la connessione corpo-mente.

I modelli terapeutici e neurocognitivi di meditazione mindful (Goleman, 1988; Kristeller, 2007; Siegal, 2007) attraverso la pratica meditativa, estendono l’attività gamma del cervello, rinforzano il collegamento tra i lobi pre-frontali ed il sistema limbico e sposta l’equilibrio della corteccia prefrontale dall’emisfero destro a quello sinistro. Tutto questo si traduce in una più efficace regolazione emotiva ed in una diminuzione delle emozioni negative a favore di quelle positive. Queste pratiche, che hanno la loro radici nella meditazione buddhista Vipassana, nella Terapia Cognitiva Comportamentale e nella Terapia Focalizzata sulla Compassione, sono state implicate in diversi contesti, clinici e non clinici, poiché hanno dimostrato di essere pratiche evidence based, cioè efficaci su base scientifica.

Oggi su PubMed Central il più vasto e potente motore di ricerca di articoli scientifici del mondo, il termine mindfulness è presente in più di 5.300 pubblicazioni scientifiche. Diversi protocolli specifici sono stati validati per poter avere i maggiori benefici possibili nei diversi contesti in cui la mindfulness è risultata efficace. Ad esempio ci sono protocolli strutturati ad hoc per il disturbo ossessivo compulsivo ( MBCT for ODC, Didonna 2020), per la prevenzione delle ricadute della depressione (MBCT per la prevenzione delle ricadute della depressione Segal, Williams e Teasdale 2006), e altri adattamenti per i pazienti oncologici, per pazienti con dolore cronico, pazienti con dipendenze e altri ancora. 

Un protocollo strutturato specifico per riscoprire una sana e gioiosa relazione con il cibo, e rimparare ad alimentarsi con consapevolezza.

È stato validato negli Stati Uniti, il MB-EAT, Mindful Eating. La mindfulness è risultata efficace per modificare il rapporto disfunzionale che spesso abbiamo con il cibo. Jean Kristeller è l’ideatrice di questo protocollo clinico evidence based (“an Exploratory Study of a Meditation-Based Intervention for Binge Eating Disorder”, Jean L. Kristeller and C. Brendan Hallett Dept. of Psychology Indiana State University Journal, 1999; EATING DISORDER JOURNAL, “Mindfulness-Based EatingAwarenessTraining for Treating Binge Eating Disorder:The Conceptual Foundation” JEAN L. KRISTELLER Department of Psychology, Indiana State University, USA, RUTH Q. WOLEVER Duke Integrative Medicine, Duke University School Medicine, Durham, North Carolina, USA, 2011). 

Scopri il nostro corso MINDFUL EATING                  Per chiunque voglia imparare ad approcciarsi al cibo in modo completamente nuovo, imparando a riconnettersi al proprio corpo, a conoscerlo, a scoprire la sua saggezza.

Le nostre battaglie con il cibo sono spesso causa di terribili stress emotivi che portano senso di colpa, vergogna e depressione.

Gli obiettivi del protocollo basato sulla mindfulness sono quelli di:

  • aiutarci a riconnetterci con il nostro corpo, riscoprendone tutta la sua saggezza interiore nel sapersi alimentare correttamente senza imposizioni e forzature;
  • uscire dalla logica di cibi giusti o sbagliati. La mindfulness ci insegna a non giudicare e non giudicarci;
  • ritornare ad essere consapevoli del nostro senso di fame o sazietà, e quindi alimentarci o smettere di farlo in base a queste sensazioni fisiche;
  • utilizzare i 5 sensi per la scelta degli alimenti;
  • accettare le emozioni, come parte dell’esperienza umana, con minore reattività ad esse. Essere consapevoli dei nostri stati interni, dei pensieri che attraversano la nostra mente e di come questi ci condizionino anche nel nostro rapporto con il cibo;
  • staccare il pilota automatico e riconoscere le nostre abituali risposte al cibo;
  • imparare a dirigere la nostra attenzione momento per momento;
  • esprimere gratitudine e gentilezza verso di noi, verso gli altri e verso l’universo.

La Mindful Eating è un percorso adatto alle persone in sovrappeso, a tutti quelli che hanno una relazione complicata con il cibo.

In particolare, la Mindful Eating può essere utile per quelle persone che hanno provato moltissime diete, ma che non hanno trovato mai un loro equilibrio che li facesse stare bene a tavola e con il loro corpo o a chiunque voglia godere maggiormente della vita e in particolare del cibo che assume ogni giorno, chi voglia provare ad aumentare le sue capacità di concentrazione, quella di non giudicarsi, di imparare a riflettere prima di agire ed indirizzare quindi l’azione in maniera più consapevole.

Rimanere presenti a se stessi prestando attenzione a ciò che succede dentro e fuori di noi, in uno stato di accettazione non giudicante, essenza delle pratiche di mindfulness, si è mostrato anche un utile strumento da integrare ai diversi percorsi terapeutici per la cura di diversi disturbi alimentari, in particolare per l’alimentazione compulsiva e binge eating. Non è invece indicata per chi è in una fase acuta di disturbo di anoressia nervosa o bulimia nervosa. La Mindfulness è un approccio che in particolare si integra sia con la CBT, ovvero con la Terapia Cognitiva Comportamentale, sia con la DBT ovvero la Terapia Dialettica Comportamentale, sia con la CFT cioè la Compassion Focused Therapy.

Qui troverai tutte le informazioni del nostro corso.

“Impara a piacere a te stesso. Quello che tu pensi di te stesso è molto più importante di quello che gli altri pensano di te”.
Seneca

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PSICOTERAPEUTA

Dr.ssa Valentina Benvenuti

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