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LA SALUTE MENTALE E’ PARTE INTEGRANTE DELLA SALUTE E DEL BENESSERE

Perché non può ammalarsi un organo tanto complesso come il cervello?

Si ammalano i reni, si ammala il cuore, ma il cervello, se pur assai complesso, non può e neppure si può compromettere soltanto una sua parte, altrimenti subentra lo stigma della parola totalizzante «pazzia». La pazzia, in realtà, è stata districata da tempo in tante distinte malattie, ognuna con una propria diagnosi e con una conseguente terapia. Più o meno efficace, come lo sono le terapie dei problemi fisici. Non sempre curano. Più spesso «trattano». Contengono.

La salute mentale è parte integrante della salute e del benessere, lo si deduce dalla definizione di salute della Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”.
La salute mentale, come altri aspetti della salute, può essere influenzata da diversi di fattori socio-economici sui quali è necessario agire con strategie globali di promozione, prevenzione, trattamento e recovery in un approccio di government globale.

Quali i fattori di rischio per la salute mentale?

La salute mentale e molti disturbi mentali sono modellati dai vari contesti sociale, ambientale, economico, e fisico che operano lungo l’arco di vita.

I fattori di rischio per la maggior parte dei disturbi mentali sono correlati alle ineguaglianze sociali, per cui maggiore è la disuguaglianza più alta è l’esposizione al rischio. Ecco perché è di importanza cruciale intraprendere azioni per migliorare le condizioni di vita quotidiana, a partire dal momento della nascita, proseguendo durante la prima infanzia, l’adolescenza, la fase di creazione della famiglia, l’età lavorativa, fino alla vecchiaia. Un’azione lungo tutte queste fasi di vita rappresenta un’opportunità sia per migliorare la salute mentale nella popolazione, sia per ridurre l’esposizione a fattori di rischio in quei disturbi mentali associati alle disuguaglianze sociali. Vista l’influenza della salute mentale sulla salute fisica, queste azioni ridurrebbero anche le disuguaglianze nella salute fisica, migliorando in generale lo stato di salute.

 

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Mente sana in corpo sano.

 

Assumere la prospettiva del ciclo di vita significa riconoscere che i fattori che influiscono su ogni fase del ciclo di vita hanno delle ripercussioni sulla salute mentale. La popolazione è resa vulnerabile da condizioni stabili di povertà, disuguaglianza sociale e discriminazione. Le istituzioni e le strutture sociali come l’istruzione, l’assistenza sociale, le politiche del lavoro hanno un impatto enorme sulle persone aumentando le opportunità e la capacità di determinare il corso della propria vita. I fattori di rischio e di protezione agiscono a diversi livelli, incluso il livello individuale, familiare, comunitario. Un approccio fondato sui determinanti sociali di salute richiede un’azione trasversale a tutti questi settori. Le evidenze stanno dimostrando che l’elaborazione di politiche a tutti i livelli di governance e in maniera trasversale a tutti i settori, può avere un impatto positivo sulla salute mentale. 

In Italia una persona su quattro ogni hanno ha esperienza di un problema di salute mentale. La salute mentale è un continuum che va da una piena salute mentale, alla vera e propria malattia. Tutti noi proviamo momenti di disagio mentale, fa parte dell’esperienza di vita. All’interno dell’approccio del ciclo di vita, è particolarmente importante che ogni bambino cominci nel miglior modo possibile la propria vita. Le azioni e i programmi nei Paesi a basso e medio reddito che intervengono precocemente nelle prime fasi di vita di un bambino possono prevenire disturbi mentali a breve e a lungo termine, e consentire a neonati, bambini ed adolescenti di massimizzare il loro potenziale, aumentando la loro probabilità di godere di una vita adulta sana in termini di salute mentale. Gli interventi precoci sono utili anche nel sostenere i genitori e le altre figure coinvolte nello sviluppo di bambini, ad esempio interventi di riqualificazione professionale o di sostegno al reddito rivolti ai genitori. Le strategie di intervento precoci sono utili anche nell’interrompere la trasmissione intergenerazionale delle disuguaglianze tramite l’allentamento dell’associazione fra status genitoriale e status del bambino.

Evitare visioni a breve termine.

 

Nella regione europea del WHO , i disturbi mentali sono la principale causa di disabilità e la terza causa principale del carico complessivo di malattia, dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Nella fascia dell’infanzia e adolescenza, studi recenti mostrano come, nel mondo, più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato. In Europa, tra le patologie rilevate l’ansia e la depressione rappresentano oltre la metà dei casi e il suicidio è diventata la seconda causa di morte fra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni, con 4 casi su 100.000, dopo gli incidenti stradali (5 casi su 100.000). I costi economici della malattia mentale nei paesi OCSE, compresi gli investimenti nel sistema di salute mentale, i costi della minore occupazione e produttività, sono equivalenti a oltre il 4% del PIL.

Vivere con una condizione di salute mentale rende più difficile rimanere a scuola o nel mondo del lavoro, più difficile studiare o lavorare in modo efficace e più difficile rimanere in buona salute fisica.

I disturbi mentali fanno spesso precipitare gli individui e le loro famiglie in una condizione di povertà. La perdita della casa e la detenzione inappropriata è molto più frequente nelle persone con disturbi mentali che nella popolazione generale, e aggravano ulteriormente la loro condizione di emarginazione e la loro vulnerabilità. A causa della stigmatizzazione e della discriminazione, le persone con disturbo mentale vedono violati i loro diritti umani e molte di loro vengono private dei loro diritti economici, sociali, e culturali, sono vittime di limitazioni nel diritto al lavoro, all’istruzione, alla procreazione ed alla possibilità di ottenere le migliori condizioni di salute. Un approccio fondato sui determinanti sociali della salute mentale che includa una prospettiva di ciclo di vita richiederebbe politiche a lungo termine e “sostenibili”, mirate alla riduzione delle disuguaglianze di salute attraverso lo sviluppo di comunità, il rafforzamento delle competenze (capacity building), la costruzione di alleanze e il coinvolgimento delle istituzioni locali, trasversalmente lungo tutto l’arco di vita. Perciò, è di vitale importanza che i decisori politici riflettano maggiormente sulle implicazioni a lungo termine delle proprie politiche, concentrandosi in particolare sulla sostenibilità delle proprie azioni.

”Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con disabilità che non si vedono”. Ezio Bosso

Assistente sociale

Dr.ssa Sabrina Ritorto

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