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Non si riesce a parlare diversamente di SEPARAZIONE

Qualche oretta ieri in Triennale ad ascoltare chi, con diversi ruoli, si occupa di separazioni.
Interessante, senza dubbio, ma avrei voluto sentire anche altro oltre a dati, statistiche, leggi. Avrei voluto che si parlasse non solo dell\’azione (cosa dice la legge, l\’avvocato, quando, i tempi, i soldi, affido alla madre, e i padri?,…) ma che prima di tutto ciò si menzionasse la possibilità di essere aiutati a fermarsi a pensare a come intraprendere questa difficile decisione.
Separazione = avvocato. Perché?
Quello su cui pongo l\’attenzione non è un aiuto nel decidere se separarmi o no, questo può essere necessario ad alcuni, ben venga, quello che io vorrei è che si parlasse di più del capire COME separarmi, e magari come farlo BENE nell\’interesse di tutti i soggetti coinvolti, prima di intraprendere qualsiasi azione.
Per fare questo non c\’è solo il legale, il quale ha conoscenze prettamente giuridiche, e che imposterà l\’iter in funzione di ciò, ma a tal proposito un MEDIATORE FAMILIARE potrebbe essere la miglior risorsa.

COSA E\’ LA MEDIAZIONE FAMILIARE?
La mediazione familiare è un intervento professionale finalizzato a riorganizzare le relazioni familiari in presenza di una volontà di separazione e/o di divorzio. Obiettivo centrale della mediazione familiare è il raggiungimento della cogenitorialità (o bigenitorialità) ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in special modo se minori.
La mediazione familiare è una disciplina trasversale che utilizza conoscenze proprie alla sociologia, alla psicologia e alla giurisprudenza finalizzate all\’utilizzo di tecniche specifiche quali quelle di mediazione e di negoziazione del conflitto.

Poter pensare prima che uno dei due coniugi esca di casa anche solamente:
– cosa diciamo ai nostri figli?
– dove vado a vivere?
– quando e come vedrò mio figlio?
dandosi risposte il più possibile condivise, definendo il come e quando darle, ho visto che permette a questo strappo, perché di questo si parla, di divenire una lacerazione meno profonda.
Il percorso non è semplice, richiede una capacità ad imparare a gestire il trambusto di emozioni, a negoziare molte posizioni che mettono i figli al centro, nel tentativo di arrivare ad una nuova comunicazione che aiuti tutti, con il tempo, nella ridefinizione di nuovi equilibri.

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